La nostra storia: comunicare meravigliando
Come la creatività di un uomo visionario ha giovato nel settore delle promozioni aziendali personalizzate? Tutto nasce dalla prestidigitazione: quell’arte antica dei giochi di prestigio che, sin dall’inizio del mondo dell’entertainment, ha fatto divertire corti e famiglie reali per poi evolversi in un’arte più popolare impressionando gente di tutte le età e ceto sociale.
La magia
Il fondatore di Solution Group, Jean Xueref (nome derivato da lontane origini tunisine), all’età di 26 anni inizia a studiare magia nel suo tempo libero. Un hobby un po’ diverso dal comune che comunque nel tempo lo appassiona sempre di più facendolo diventare sempre più bravo. Poco dopo incomincia ad esibirsi in piccoli locali, frequenta circoli magici ed entra in un giro “underground” di gente che condivide questa stessa passione.
Nel frattempo, lavorando nel settore della pubblicità per una nota rivista di arte degli anni 80, incomincia a notare che molte aziende per pubblicizzare i propri marchi utilizzano oggetti promozionali. Nota soprattutto la ripetitività con cui certi oggetti venivano usati da più marchi. Se c’era una novità particolare, potevi stare sicuro di vedere il medesimo oggetto personalizzato con più loghi di diversi settori. È qui che incomincia a porsi delle domande.
- Perché regalare un oggetto come un porta penne con il logo di un marchio di una bevanda famosa?
- Perché esistono oggetti comuni con nomi di farmaci incomprensibili stampati sopra?
- Perché gli omaggi promozionali sono sempre gli stessi?
Incomincia a capire che tutti i soldi spesi per personalizzare oggetti da ufficio non erano che un tentativo delle multinazionali di esporre i propri marchi agli occhi del cittadino medio, con costanza, regolarità e quotidianità.
È ovvio che se sulla mia scrivania ho un porta penne con il logo Coca Cola, subconsciamente la prossima volta che ho voglia di una bevanda gassata, la mia scelta tenderà su quel marchio. Questo perché negli ultimi mesi, giorni e ore ho avuto quel logo a vista con la coda dell’occhio. Piano piano si è calcificato nel mio subconscio, fino ad influenzare la mia scelta al momento dell’acquisto.
Un metodo molto efficace se si andasse a studiare a livello psicologico.
Ma non c’era bisogno di entrare in dettagli scientifici del perché funzionava. Le multinazionali lo sapevano e lo sanno tuttora. Il cittadino medio non ci pensa. Jean in quel momento ebbe una sorta di rivelazione pensando che comunque, gli oggetti, per quanto noiosi potevano essere, se non venivano buttati via subito, e se venivano usati in modo corretto, allora erano una formula vincente per incrementare le vendite.
Aumentare la creatività dell’offerta degli articoli personalizzati per aziende
Quale era il problema principale? La noia mostruosa e la banalità dell’omaggio che veniva distribuito. Se ti regalano una penna a un supermercato con il marchio Esselunga, c’è il rischio che nel tragitto fino a casa venga persa. É un articolo di basso costo, che in quel momento non ha una utilità immediata, ed essendo gratis non detiene una determinata importanza nell’assicurarsi l’arrivo nella propria dimora. Se ci riesce però, molto probabilmente per un periodo di tempo, quella penna sarà usata, ed il marchio Esselunga sarà magicamente sotto i vostri occhi finché la penna non finisce, si perde o si butta. Allora un giorno tornando a casa da lavoro, passando davanti a un supermercato Esselunga, vi fermate e acquistate. Questa è la potenza di una semplice penna personalizzata.
L’attenzione al cliente
Ora immaginate se Esselunga al posto della penna vi regalasse il nuovo tablet della Apple appena uscito che costa quasi €1000. Con un’attenzione al cliente del genere non c’è dubbio che sarete leali a quel supermercato finché morte non vi separi. Cercherete sempre di essere riconoscenti ad un marchio che vi ha fatto un regalo del genere. Ma soprattutto saprete che con la vostra fedeltà al marchio, col tempo riceverete omaggi dello stesso valore. Una soluzione estremamente vincente per fidelizzare un cliente a lungo termine. È però ovvio che quasi nessuna multinazionale ha un budget per fare degli omaggi del genere. Per questo di solito il mondo promozionale si focalizza su prodotti a basso costo con una vita più o meno breve.
La multinazionale deve quindi farsi una domanda ben precisa e intraprendere delle scelte a volte coraggiose che possano però avere un return on investment (ROI) significante. Jean capì subito che per avere successo con un gadget promozionale non solo bisognava puntare sull’utilità dell’articolo, ma bisognava investire tempo e denaro sull’originalità. Un gadget a basso costo ma bello. Dare la voglia al consumatore di portarlo a casa e farlo vedere ai propri cari.
Facendo il prestigiatore per hobby, e conoscendo molto bene le reazioni delle persone al momento dell’effetto magico, cercò di associare lo stupore che aveva il suo pubblico, allo stupore che potesse avere un consumatore al momento del ricevere l’omaggio. Perché quindi non creare degli oggetti magici con un’utilità, che avessero un effetto ogni qual volta che si usavano? O meglio, perché non regalare dei giochi di prestigio semplici, che le persone potevano divertirsi facendolo ai propri figli, amici e colleghi?
Da qui nacque un’idea vincente per i gadget personalizzati!
A metà degli anni 80’ una nota casa farmaceutica stava per lanciare un farmaco che curava l’ulcera. Jean notò che soprattutto nel settore farmaceutico, la maggior parte dei loro budget pubblicitari, andava per la produzione di articoli da ufficio e oggetti promozionali personalizzati con il marchio dei farmaci, da regalare a dottori e ospedali. Se il dottore aveva sotto l’occhio il nome del farmaco costantemente, al momento che un paziente si presentava con una particolare patologia, il dottore finiva per prescrivere il farmaco che più si addiceva a risolvere il problema del paziente. Il dottore tendeva e tuttora tende a somministrare il farmaco a cui è più esposto quotidianamente. In questo caso, la maggior parte delle volte, è il farmaco di cui il dottore ha ricevuto l’omaggio o oggetto promozionale.
Il mercato promozionale per l’industria farmaceutica
L’industria farmaceutica soprattutto in quegli anni dominava il settore promozionale. Era un volume di affari di miliardi e miliardi di lire. Questo era perché per patologie dove il farmaco doveva essere prescritto, il cliente finale non era più il consumatore medio, ma era il dottore. La casa farmaceutica doveva convincere i dottori che il loro farmaco era più efficace di altri. Per questa ragione, i dottori venivano “coccolati” dalle case farmaceutiche con moltissimi gadget promozionali, strumenti medici personalizzati, e un po’ più scorrettamente con laude conferenze medicali in resort a cinque stelle con viaggi e spese pagati.
Con il passare degli anni grazie alle legislazioni europee, questi tipi di atteggiamenti “scorretti” e, soprattutto in un’industria dove si parla della salute delle persone, sono stati regolamentati limitando la libertà delle case farmaceutiche. Il gadget è sempre permesso e autorizzato ma ha dei limiti e severi controlli sull’utilità. Vacanze e resort a 5 stelle non si regalano più, e anche grazie alla crisi dell’ultima decade i budget si sono considerevolmente ristretti.
La scatola magica
Negli anni 80 e 90 tuttavia, il mercato del promozionale farmaceutico era ricco, estremamente competitivo e privo di regole. Jean, un giorno ebbe un’intuizione. Aveva un gioco di prestigio molto semplice. Una scatoletta con un cassetto che si apriva. Inserivi qualcosa al suo interno, chiudevi il cassetto, e riaprendolo il suo interno scompariva. Un gioco di prestigio semplice, che non richiedeva particolari tecniche e che si poteva imparare in pochi secondi conoscendo il trucco.
Ma come poter associare un gioco di prestigio all’industria farmaceutica? Come poter trovare un nesso tra un oggetto promozionale destinato ai medici per promuovere un farmaco, ed un articolo di intrattenimento e stupore? Semplice. Con un concetto comunicativo creativo ed efficace.
Il farmaco fa sparire la malattia, l’articolo promozionale fa sparire il farmaco
Jean prese il telefono e chiamò la casa farmaceutica che stava per lanciare questo nuovo farmaco che curava l’ulcera. Chiese un appuntamento per introdurre una novità promozionale efficace ed innovativa. All’epoca la competizione era ristretta e prendere appuntamento con i reparti marketing delle multinazionali era molto più semplice di oggi. C’erano più soldi, tempo e flessibilità.
Arriva il giorno dell’incontro ed entra in una sala riunioni con 5 dirigenti seduti attorno al tavolo.
Si presenta come un prestigiatore amatoriale che lavora in pubblicità e specifica che aveva un gioco di prestigio che poteva pubblicizzare il nuovo farmaco che stava uscendo.
Ovviamente gli sguardi furono di scetticismo e quasi imbarazzo. Ricordiamoci che queste persone abituate a promuovere prodotti a dottori e infermieri, avevano voglia di tutto tranne che di scherzare e fare i pagliacci di fronte a tali figure professionali.
Jean ovviamente era andato preparatissimo. Aveva preso una scatola magica e l’aveva fatta personalizzare con il logo del farmaco. A quel punto la tira fuori e dice “Il vostro farmaco fa sparire l’ulcera. Io faccio sparire il farmaco”. Prende una scatoletta del campione del farmaco presente sul tavolo, lo introduce nella scatola e chiude. Quando la riapre il farmaco non c’è più.
Meravigliare per comunicare
A quel punto in preda allo stupore, i dirigenti incominciano ad esaminare la scatola senza trovare il trucco fino a chiedere delucidazioni. La scatola nuovamente nelle mani di Jean si riapre e il farmaco riappare. A quel punto decide di spiegarlo a tutti i presenti in sala. Poco dopo stavano tutti provando la scatola magica con laudi sorrisi nelle loro facce. Il trucco era semplice e tutti riuscivano ad eseguirlo facilmente. Jean capì che aveva centrato il colpo.
Tuttavia, lo ringraziarono spiegandogli che il loro settore era un po’ complesso e lasciava poco spazio ai sorrisi e a sperimentazioni pubblicitarie fuori dalla norma.
Un po’ perplesso, lasciò la scatola lì sul tavolo come omaggio e se ne andò. Dopo due settimane il telefono di Jean squillò. Era il direttore marketing della farmaceutica. Fu la telefonata che gli cambiò la vita. Il marketing aveva deciso di sperimentare questo oggetto. Come sembrava, finita la riunione i vari dirigenti hanno incominciato a fare vedere il gioco ai loro colleghi. Qualcuno la riportò a casa e lo fece vedere a moglie e figli. Insomma l’articolo aveva interesse e veniva utilizzato un po’ da tutti. Questo fece capire al marketing che poteva funzionare anche con i medici.
Chiesero a Jean una fornitura di 100.000 pezzi e come dicono gli inglesi “The rest is history”.
Nasce così Solution Group. Con gli anni Jean conobbe altre persone del settore con cui collaborò creando oggetti originali. Hanno disegnato prodotti distinguendosi nell’industria come l’agenzia promozionale più creativa sul mercato europeo. Qui alcuni esempi:
Il porta penne magico
Con un effetto a specchi, il corpo della penna sparisce dentro al porta penne. L’idea di questo articolo promozionale originale era di scrivere la parola “Diabete” sulla penna e il nome del farmaco sul porta penne. Inserendo la penna la parola diabete spariva. Il diabete sparisce con l’applicazione del farmaco.
La penna sospesa in aria
Il porta penne ha due magneti ai lati della base. La penna rimane sospesa in aria. L’effetto visivo della penna bilanciata fu utilizzato per lanciare un farmaco che ristabiliva e bilanciava i valori ormonali del sangue del paziente che utilizzava il farmaco.
Il press up: porta post it che si alza da solo
Un blocchetto di fogli confezionato in una scatola con un bottoncino contenente una molla. Premendo il pulsante, il bloc notes si alza magicamente facilitando la scrittura. Questo fu creato per promuovere un farmaco rivoluzionario contro la disfunzione erettile.
Ovviamente con li passare degli anni Solution Group crebbe con uno staff estremamente professionale. Jean si associò ad altre menti creative che aiutarono la crescita dell’azienda, fino a renderla quello che è oggi. Leader nel settore promozionale; farmaceutico e non.
Oggi i nostri clienti variano dall’alimentari, allo sportivo al mondo delle auto e alla cosmetica. Forniamo multinazionali di telecomunicazioni ed ovviamente ci specializziamo in qualsiasi articolo personalizzabile con un logo aziendale. Che sia per campagna pubblicitaria, promozionale o semplicemente abbigliamento personalizzato, Solution Group è in grado di dare un servizio professionale a 360 gradi incluso. Questo include logistica, spedizioni, importazioni e certificazioni oggi sempre più necessarie per lavorare con tranquillità nell’UE. Soprattutto con le multinazionali.
Questa la storia di come Solution Group si è differenziata negli anni nella proposta di oggetti promozionali creativi. Una vera e propria success story.